Quando intravedo l’uscita di Caianiello sulla A1, percepisco sempre un sussulto nel petto, come se il cuore volesse ricordarmi quanta gioia ci ha regalato quel luogo, quell’uomo.
Lui è Berardino Lombardo, il luogo è l’agriturismo Il Contadino.
Berardino è il mio guru. Quando penso all’identità di un territorio, al suo racconto, penso a lui.
Con lui ho imparato come approcciarsi al buono. Lo studio e la ricerca, scavare nella storia, nei racconti per trovare l’autentico, l’unico.
A Conca della Campania, ho conseguito il mio master. Ascoltarlo raccontare i suoi aneddoti è stato formativo.
Niente entra e niente esce, principi elementari di sostenibilità, che Berardino applica da sempre, prima ancora che Greta Thunberg o meglio, la mamma di Greta , neanche era nell’obiettivo di uno spermatozoo.
Se oggi si parla di “nero casertano”, grande merito è il suo.
A Conca della Campania, alle spalle del vulcano spento di Roccamonfina, il Pelatello, girava libero allo stato brado, nella sua tenuta, cibandosi di ghiande e di lapilli e lui mi spiegava quanto fosse importante, per le carni, quell’apporto minerale.
I Capponi che Alain Ducasse proponeva nella sua cucina, erano i suoi.
Non so quante volte ho raccontato un episodio che gli successe, propio nel ristorante di Ducasse, che è diventato mio, come se lo avessi vissuto con lui.
E poi Roma, l’isola Tiberina con Andy, sotto ponte Fabricio, ma come faccio a spiegarvelo.
Quando aprì il Contadino fu una grande festa.
Nel ristorante lavoravano i suoi secondi, lui armeggiava tra i fuochi di
una splendida, immensa, cucina compatta da esterno , che divenne subito il suo regno. Che fosse un ragù, un minestrone, lui era lì. Calmo, metodico, preciso, ripeteva quei gesti con una maestria poetica.
Vi vorrei raccontare di come affinava i salumi, in piccole capanne, create sotto le querce, con un impianto stereo che diffondeva musica classica e un piccolo fuoco sempre acceso.
Vorrei raccontare di un prosciutto avvolto nella cenere e seppellito sotto terra. Quando lo apri, ogni fetta era burro che si scioglieva in bocca.
Ma forse lo farò un giorno, perché se dovessi cimentarmi nella sfrutterà di un libro, lui ne sarebbe il protagonista.
L’altra sera non c’era. Un piccolo acciacco lo aveva tenuto a casa.
Entrando ho scorto una sagoma familiare, davanti ad un pc. Una giovane donna, che nei tratti ricordava una splendida bambina che correva scalza, nei i campi, a raccogliere le uova delle galline, anch’esse libere di vagare e di deporre ovunque. Sono passati 20 anni ma senza dubbi è lei, la figlia.
Mi trova subito un tavolo e anche senza il mio mito, la gioia arriva a tavola, piatto dopo piatto.
La melanzana ripiena, la frittata, lo sformato di patate e zucchine, la zucchetta con pomodoro e pecorino, la panzanella, tutto sa di buono. L’epressione terragna per eccellenza.
Ogni cosa ha in se il sapore vero. Può capitare, per chi non è abituato, che alcuni sapori siano estranei. Abituati a mangiare cibi omologati, verdure e ortaggi fuori stagione, se ne perde la reale percezione.
Lo spaghetto peperoni e salsiccia urla vendetta: perché dividerlo in due?
Rigatoni con zucchine e pollo sono il colpo al cuore, come le faceva nonna. Ad occhi chiusa l’ho vista, ma non posso raccontare cosa stesse facendo al volatile😂.
L’apoteosi è il maialino farcito: avrei mangiato anche la cotenna, se avessi avuto lustro in meno.
Ogni volta, vado via pensando a quando ritornerò. Presto è sempre troppo tardi.
Agriturismo Il Contadino di Berardino Lombardo
Via Starze, 159, 81059 Caianello Vecchio CE
0823 922043