Una gita fuori porta per immergersi nella natura incontaminata della valle del Calore.
Aquara, alle porte del paese, alla fine di un “percorso sacro”, dove si rievoca il cammino del santo Patrono che dal centro abitato, raggiungeva il suo eremo, c’è uno di quei luoghi che fa bene al cuore.
Dopo le paure di dover affrontare una sfida complicata, dovute alla scomparsa prematura del papà Antonello, Bianca Mucciolo, superate le difficoltà iniziali della mancanza i esperienza si è rimboccata le maniche ed ha deciso di portare avanti l’attività di famiglia, con le sue idee, con i suoi progetti.
Il ristorante all’interno è bello grande cosi come l’originale spazio esterno. La cucina è centrata sempre sulla alta qualità della materia prima.
La possibilità di attingere verdure dall’orto, grano dai campi, uova dalle proprie galline e formaggi ottenuti con il latte delle capre che pascolano libere nel campo attiguo, ne fanno un esempio virtuoso di economia agricola circolare.
Una volta le chiesi quanto tempo servisse per realizzare un raviolo, la sua risposta fu, nella sua semplicità, illuminante: “si inizia al mattino, alle 5, portando le caprette (ognuna ha un nome) al pascolo del fresco, poi più tardi si passa al secco; poi si mungono e con il latte raccolto si torna a casa per *quagliare, cosi da ottenere un primo sale che poi diventerà il ripieno. A questo punto si ritorna nei campi, al pollaio, per raccogliere le uova che serviranno alla sfoglia; pane e pasta, anche la farina è fatta con il nostro grano, anzi su questo c’è un progetto in essere che si chiama Triticum, ma ne parliamo un’altra volta”.
E’ cosi per tutto.
Il merito della qualità della cucina, va però riconosciuto a Marisa, la mamma.
E’ lei che, inconsapevole dei cambiamenti del mondo, con le lancette dell’orologio ferme a quando era una giovane ragazza che imparava in casa a cucinare, riesce a rievocare profumi e sapori.
“Minestra spersa, zucchetta, chiaccarieddi, ciambotta”, puparuol’ mbuttunat, cicoria e fave, è un tripudio.
Una festa vegetariana che non ha eguali. Arrivare ai secondi è davvero impegnativo, soprattutto non necessario, vista l’abbondanza delle portate ( meno di 20 a persona). Se vi capita, andateci. Se non vi capita, trovate l’occasione per farlo.
primo sale al limone
zucchetta
Peperonata
Chiaccarieddi
Ciambotta
Cicoria e fave
peperoni ripieni
Fettuccia Triticum con passata d’agosto
Dall’albero alla tavola
La Rosa bianca
Località piano – Aquara
366 3426062