Qualche anno fa era un ritrovo per orde di giovani ebbri, vino che scorreva a fiumi e goliardia diffusa. Oggi ha cambiato volto: un’offerta trasversale che in prima serata coinvolge famiglie ed adulti e poi lascia spazio alla bella gioventù, quella che sa divertirsi senza necessariamente oltrepassare i limiti. Giunta al 30mo anno di attività, Baccanalia, a San Gregorio Magno, si è posta l’obiettivo di diventare una festa popolare di livello nazionale. 5 giorni di allegria diffusa tra le stradine e i saliscendi del piccolo comune della provincia di Salerno. Qui dove la natura non è particolarmente generosa, dal punto di vista ampeleografico, il vino comunque diventa protagonista, ma in effetti è il cibo che la fa da padrona. Cantine e locali fronte strada, che accolgono e sfamanok, avventori e residenti, con piatti tradizionali e grigliate di carne. Uovo fritto con “cuorn’ re crapa”, cavatelli con ragù di castrato, caciocavallo impiccato, “patane cunzate” e tanto altro, tutto decisamente ben fatto. L’evento, perché ormai di quello si tratta, ha aperto a nuove esperienze, per dare un’opportunita, anche diurna, a chi visita il borgo. Così il cucito, il ricamo, l’uncinetto, diventano momenti di incontro, di confronto, di formazione. Un palco importante, intelligentemente decentrato, per l’intrattenimento musicale, garantisce il ritmo e il tempo. Uno più piccolo, nel cuore della manifestazione, affidato all’ambasciatore Nello Gatti, apre al confronto, al talk, tra i vari players del turismo e del giornalismo enogastronomico.
Il cambiamento c’è stato. Il direttore artistico Donatello Iacullo ha centrato il focus. Oggi, grazie ai social, si riesce a creare attenzione intorno ad un evento, senza aspettare che il main stream se ne accorga, anzi, lo suggerisce. È necessaria una bonifica come lui stesso dichiara. Serve maggiore consapevolezza da parte, sopratutto dei Gregoriano e poi…
Ci vediamo il prossimo anno, fiduciosi che sarà ancora più bello!