Il fiano di Lapio ha una nuova, splendida, realtà: Laura de Vito

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Domenica sera, mi arriva un messaggio: “Tieniti libero domani, andiamo a provare un grande Fiano a Lapio: ci accompagna l’enologo. Ieri sera Isidoro Menduto mi ha fatto bere un vino eccellente, che non conoscevo” (LP) –  Concedetemi questa parentesi personale: ma dopo 25 anni che a vario titolo mi occupo di enogastronomia, oggi mi trovo a scriverne contenuti, per una Agenzia di Comunicazione, come “professione”,  una degustazione privata con il decano del giornalismo di settore, Luciano Pignataro ed un enologo di grandi eccellenze, Vincenzo Mercurio, è una lectio magistralis che non potevo perdere. Detto questo, allacciamo la cintura e partiamo. ***il post per i social

Durante il viaggio, ascolto in religioso silenzio la conversazione dei miei compagni di escursione.
Luciano, che ha organizzato velocemente, per approfondire quella sensazione che aveva avuto bevendolo, mi spiega che per scrivere di vino bisogna sporcarsi le scarpe, andare in vigna ed in cantina, solo cosi si può creare un racconto narrativo veritiero, che valga la pena di essere letto.
Intanto Vincenzo ci parla del progetto:  lavorare sulle microzone per i cru, nelle tre contrade, e fare poi con l’assemblaggio degli stessi,  una versione di sintesi, che racchiuda in sè il meglio di ognuno.  Era sua intenzione aspettare almeno un anno, se non due, prima di uscire con i vini, era certo che l’evoluzione in acciaio prima e poi in bottiglia avrebbero dato risultati eccellenti, poi la pandemia ha fatto il resto.


Arriviamo in poco tempo, Lapio non è lontana da Salerno. Il ricordo dei 32° della partenza è lontano. Ci siamo spostati a quasi 600mt SLM ed un leggero ma fresco venticello, ci corrobora.
Lapio è un territorio che esprime vini eccellenti, uno dei pochi comuni Italiani in cui ricadono due DOCG: Fiano di Avellino e Taurasi. Quella che all’epoca fu una devastante eruzione, quella del Vesuvio, oggi, grazie al vento che portò qui, importanti quantità di polvere piroclastica , è diventata un plus . ** La presenza di materiale vulcanico, particolarmente ricco di fosforo, magnesio e potassio conferisce al vino grande complessita e sapidità.


Passione, sensibilità, determinazione e tenacia, come poteva essere diversamente: tutti sostantivi femminili.  Dimenticavo di dire che la produttrice è una donna, Laura de Vito.
E’ lei che ci accoglie, ci accompagna in vigna, in cantina  ed infine prepara la doppia degustazione. Un bravo enologo fa grandi vini, quando esprimono anche le doti umane di chi li produce.
Vincenzo Mercurio è un grande enologo!  

Quella di Laura è una storia d’amore con il vino, vissuta intimamente, con dedizione e passione per oltre 10 anni, da quando incontrò l’enologo. Ci confida che se le avesse detto di no, probabilmente non si sarebbe lanciata in questa avventura.
Ha totale fiducia nel suo lavoro ma soprattuto nel progetto. Descrittori non convenzionali, che si potranno percepire al primo sorso,  sono appunto la *determinazione e la *tenacia, di una donna, che ha saputo e voluto aspettare il momento giusto. Preparati i calici, stappate le bottiglie, un sorso di acqua per idratare e pulire il palato e siamo pronti.
2018 e 2019, di alcune solo i campioni ancora non etichettati, perchè il 2019 uscirà sul mercato alla fine di giugno. I 3 cru, “arianiè, verzare e li sauruni”, raccontano perfettamente i 3 territori (Arianiello, Verzare e Saudoni);  Elle li sintetizza perchè è frutto del meglio dei 3.
Ognuno vive le cose che ama, in modo diverso.
Quando penso ad un vino lo immagino insieme ad un piatto, con chi lo mangio, ad un luogo o una stagione: alle cause esterne ma, complementari che lo rendono piacevole o meno.
Questi di Laura de Vito, li ho “sognati” cosi:

I primi caldi di giugno, la sera di un giorno di festa, voglia di qualcosa di buono, senza uscire dalla città, senza imbottigliarsi nel traffico.
Soli io e lei, per qualche ora. A bere, come ci piace fare.

Il pensiero porterebbe a chi ha rivelato questo vino, Isidoro. Lo penserò ad ogni sorso, ma da lui andremo un altro giorno. Ho prenotato al mood, in giardino! La certezza di trovare tutto quello che immagino e molto di più : un luna park del gusto.
Il Bulgaro Burbero, a suo modo mi vuole bene, ed io ne voglio a Lui, perchè ci ha sempre creduto, perchè ci ha saputo fare, perchè c’è riuscito: da un permesso di soggiorno alla cittadinanza onoraria (tra i meritevoli), che il comune di Salerno dovrebbe pensare di concedere.
Saluto Gianni e gli chiedo le emozioni che vorrei provare, poi mi siedo a tavola.

Li Sauruni 2019 : la pera, l’albicocca, il timo, vorrei mangiare una Tartare di manzo con peperoni arrosto burrata olive e biscotto ai capperi

Li Sauruni 2018 : La stessa frutta più matura, più opulenta mi fa pensare ad
Carpaccio di manzo affumicato in casa con datterino dry, bufala e pane di riso


Elle 2019 :erbe aromatiche intense, frutta secca, quasi balsamico, vado dritto ad un Uovo a 68°, piselli, provola e cipolla glassata

Arianiè 2019 : menta e nocciola tostata ci vado per affinità con Pasta mista con totanetti limone e melanzane affumicate.
Arianiè 2018 : per l’annata precedente, che mi dà sensazioni più rurali, vorrei dei Plin ripieni di patate in tortiera con salsa di provola
Elle 2018 :questo mi sembra perfetto, Gnocchi di pane in salsa di burro e acciughe con burrata e olive.

Verzere 2019 : quella nota finale per me si sposa con Baccalà in lenta cottura “Belladonna” con datterino, capperi e olive
Verzere 2018: e chiuderei con un Stracchino maturo di bufala alla lavanda .

Tutto discutibile, è solo il mio pensiero , intanto Lapio, ha un altro episodio da raccontare al mondo, sul suo Fiano: ancora una volta, la protagonista è una donna.

Caciotta stracchinata – Fattoria Savoia




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