Un messaggio su whatsapp: domani tieniti libero, andiamo a Napoli e restiamo li a cena. In macchina nessun accenno al luogo. Finito l’evento mi dice : “Andiamo con loro, da Punto Nave“. Mi aveva raccontato già altre volte della bellezza del posto e della bontà della sua proposta, ma mai avrei immaginato quello che sarebbe accaduto poi: ho raggiunto il Nirvana.
Mai e dico mai, ribadendo mai, mi era capitato di cenare in un luogo simile. Molto bello il posto, champagne e vino ovunque. All’ingresso un banco del pesce e gli acquari che confondono: sembra una vera pescheria.
Mentre stiamo per entrare siamo anticipati dall’uomo del mare, sta scaricando la paranza, il pescato. Ponza, Procida, Ischia, il raggio di azione. Quello che arriva è entusiasmante.
Daniele inizia a raccontarci di come insieme al fratello Simone, perseguano il progetto e di come sia possibile tutto questo. La barca di proprietà, la conoscenza del mare, l’esperienza di una famiglia che nelle profondità del mare ci ha vissuto davvero, con tutti gli anni di lavoro trascorsi in immersione (Palombari).
Questo processo, consente di avere il massimo della freschezza ma soprattutto dell’offerta. Inversamente a quanto accade abitualmente, quello che non viene consumato a ristorante, va, poi, sui banchi del mercato, nelle ore successive.
Tra le Pontine, fondali di oltre 700mt, regalano Gobbetti, scampi giganti, gamberi rosa, rossi, triglie, pesci pettine e tanto altro ancora.
Una volta accomodati è Simone che ci raggiunge, mostrandoci cosa ha scelto per noi, raccontandoci come intende prepararlo.
Da li in poi è un crescendo di emozioni, che si alternano senza soluzione di continuità.
C’è sempre un livello superiore. Sei convinto di aver appena mangiato la cosa più buona, ma quella successiva lo è di più.
Accade con le ostriche. Fantastiche. Ma poi arrivano Noci (Tartufi) e Ricci ed è orgasmo, che poi si ripete più volte, come solo in adolescenza poteva accadere. Un vaporizzatore con della vodka, per preparare la bocca ad un incontro intimo con il caviale, può bastare come elemento erotico, per spiegare la sensazione ?
I crudi, in batteria, mostrano subito la forza del luogo in cui siamo. A tavola arriva un catalogo di gioielli, di quelli che metterebbero in imbarazzo, anche la più esigente delle regine.
La maestosità della materia prima, che è fantastica nella sua forma primaria, senza trasformazione, si enfatizza quando Simone la elabora.
Una miccia per i ricettori sensoriali, la tartare di orata, gazpacho di pomodoro con limone e finocchietto e peperoncini verdi: la freschezza quasi tagliente, a ripulire la bocca, empatia perfetta con la bolla rosè che ci accompagna. La cottura appena accennata, quasi non intacca la consistenza dei calamaretti e dei gamberi con finocchio stufato e salicornia.
Scelta opportuna e consapevole, il salto del carboidrato. Con le”proteine” che ancora si muovono, il sacrificio è d’obbligo.
Lo chef , con un rituale che l’alta ristorazione troppo spesso dimentica, completa singolarmente, i piatti a tavola, condividendone con gli ospiti, la narrazione. Si parte con un classico: sogliola alla mugnaia con dressing di spinaci e le sue uova. Superba. Deliziosa.
A questo punto, si potrebbe far pagare il biglietto anche solo per il racconto.
Parte dei pesci piccoli, quelli arrivati con noi al locale, ha contribuito ad insaporire una zuppa alla “Livornese” . Le triglie, quelle grandi, ridotte a filetti, cotte a vapore sulle alghe di ostriche, chiuse in cestelli sovrapposti. 4 tegami e inizia lo spettacolo. Movimenti sapienti, lenti, per accompagnare la prosa della descrizione. Una pausa lunga, il silenzio. Boccone dopo boccone il tono si alza, come l’incedere di un rullo di tamburi che detta il tempo ai vogatori. Una sensazione potente, di forza, che sa di mare in ogni suo aspetto.
Il corpo è madido di piacere. Chiudiamo con l’ultimo atto dello chef: crosta d’orata – orata in crosta di sale alla brace è ultimata in forno con foglie di banano. Qui, la materia prima è cosi importante che viene servita, semplicemente, con un filo d’olio (scontato dire eccellente) e accompagnata da patate al burro e tartufo e scarola ripassata.
La narrazione di un’emozione cosi forte, non è facile da sintetizzare. Vorrei inserire tutto, ogni passaggio, ogni momento, cosi come lo ricordo. Ma ho abbondantemente superato ogni limite di attenzione da parte di chi legge, cosi non resta da fissare un appuntamento in un futuro prossimo, per riprendere , dopo un refresh a Manteruscello. Grazie per la serata. Senza ombra di dubbio, la più bella della mia vita.
Punto Nave
Via Libero Bovio 23, Pozzuoli, Italy
081 524 1845
chiuso il lunedì