Quando ho aperto il blog protocollocostantino.it, l’idea era ed è, raccontare le emozioni, quelle piacevoli, che vivo quotidianamente.
Sicuramente la tavola ed il calice sono quelle a cui dedico maggiore tempo, ma una volta a settimana, il mondo che mi circonda si ferma e, per qualche ora, sopraggiunge uno stato di incoscienza controllato, in cui esiste solo un pensiero: La Salernitana.
Questa nuova società, a cui sono estremamente grato mi sta regalando gioie che credevo impossibili, ha portato, grazie agli incredibili risultati conseguiti, una ventata di ottimismo e di fiducia in città. Nonostante la poca affinità con la politica, con l’amministrazione locale e regionale, che sono pronte a saltare sul carro quando c’è da ripartirsi meriti, distante quando il merito altrui offusca il proprio.
Per la terza volta consecutiva partecipiamo al campionato di serie A e non siamo neanche la vittima sacrificale designata. E’ bello pensare che le nuove generazioni, davvero non faranno più il tifo per gli squadroni, cosi come per rifugio ha fatto la mia (tranne i pochi Ultras).
Quando ci chiedevano per quale squadra tifassimo, dopo aver risposto che era la salernitana, arrivava scontata la precisazione:”no! intendevo di serie A”?
Oggi siamo tutti tifosi solo di lei, siamo tutti innamorati di Lei. Sugli spalti ormai ci sono appuntamenti fissi con persone, amici, anche semplici conoscenti. Famiglie intere, condomini trasferiti sulle tribune. Gente che vive fuori, fa di tutto per ritornare, per essere presente. In trasferta, è una lotta aperta per accaparrarsi i biglietti. Gli Ultras con il loro tifo, stanno conquistando i favori ed il rispetto su tutti i campi, anche in quelli poco frequentati per questioni di categorie precedenti. Abbiamo anche la storia da libro Cuore, dove il bambino romano, si innamora dei granata, grazie ai cori degli ultras. Qualche aspetto negativo, inevitabilmente inizia a presentarsi. La gestione dei biglietti per le trasferte è ancora argomento poco chiaro (almeno per me). Tralasciando le esternazioni sui social dei leoni da tastiera che criticano tutto ed il contrario di tutto, la cosa che mi è meno chiara è l’atteggiamento della stampa: una squadra di calcio che gioca in serie A, con tifosi da serie A, una presidenza da serie A, meriterebbe anche dei giornalisti da serie A.
Quando si critica e si commenta un evento sportivo, bisognerebbe avere una certa preparazione, ma soprattutto acquisire gli elementi base di etica e trasparenza. Nell’animo di alcuni, quelli meno preparati, il desiderio di uno scoop, prende il sopravvento sulla cronaca oggettiva. Si ricerca il torbido nelle parole, la crepa nella quale insinuarsi, per accaparrarsi un merito a dispetto delle conseguenze. Un allenatore preparato, serio ed esigente come il nostro, quando parla della squadra o della società non lo fa per lanciare segnali o cercare alibi, questa è materia da meschini. Tra professionisti si parla liberamente. Quello che si devono dire, i rapporti tra squadra, proprietà e dirigenza non devono essere argomento di interesse pubblico. Il tifoso vuole vedere la squadra che corre su ogni pallone, che lotta dal primo all’ultimo minuto, i giocatori con la maglia sudata a prescindere dal risultato. Chi pensa il contrario è un presuntuoso. Andare a scandagliare parola per parola, intonazione o espressione per cercare qualcosa di strano è fuori luogo, da psicopatici, perché il danno che si crea è inimmaginabile. La stampa deve essere libera, parlare di ciò che crede, con consapevolezza, cosi come fanno quelli bravi. Oggi tutti, anche io, abbiamo facile possibilità di esternare pensieri, ma prima di farlo, andrebbe considerato chi legge. Lasciateci vivere questo sogno, dopo tanti anni, ce lo meritiamo tutti. Pensiamo alle opportunità ed ai benefici collettivi, che continuare in questa categoria può portare. Siamo orgogliosi di essere “pisciauoli”, remiamo tutti in una sola direzione. Forza Salernitana!
