La storia di Cetara raccontata a tavola: i Gennaro’s e l’Acquapazza.

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Acquapazza Cetara

C’è qualcuno che non conosce l’acquapazza di Cetara?
Per quelli che ancora non ci sono stati, dentro e fuori i confini regionali, premetto che sarà molto difficile essere imparziale.
Una storia che ha accompagnato tante generazioni, tra cui la mia. Sulle riviste si parlava del mito della costiera, della sua bellezza, del turismo esclusivo che la stava scoprendo. Noi ce l’avevamo a due passi. Per chi aveva un motorino o una macchina, non appena il freddo e la pioggia lasciavano spazio ai primi tepori primaverili, era tappa obbligata. Cetara, fu la prima “marina”, adottata dalla movida salernitana. Non era così ospitale come oggi. I locali erano pochi. San Pietro e Convento nella parte alta, il bar Miramare a ridosso della spiaggia con Pierino ed Alessandro. C’era anche un piccolo pub, prima delle scale della chiesa, lo Snoopy. Panini con le alici: vi fa venire in mente qualcosa? E’ proprio li che comincia la storia dei Gennaros (Castiello e Marciante). Anno dopo anno la gente aumentava e quelli più lungimiranti (come loro) si davano da fare, aprendo altre attività. Fu cosi che un piccolo deposito, usato per conservare le reti dei pescatori, divenne un un locale, l’Acquapazza, seppur piccolissimo, (l’attuale saletta interna con soppalco) con un banco cucina a vista e due tavoli piccoli, un altro paio al limite all’esterno. Alici salate, spaghetto con la colatura e tonno affumicato o sott’olio, solo questo. Estate dopo estate divenne ritrovo di tanti, dando vita ad una bella storia di successo, che custodisce ricordi ed emozioni di ognuno di noi. il ristorante è cresciuto, si è ingrandito. I locali attigui erano liberi, senza redditività, all’inizio non fu difficile acquisirli. Hanno sempre avuto le idee chiare. Senza andare a cercare chissà dove i prodotti, si sono concentrati su quelle che erano le risorse di un borgo di pescatori ma non si sono fermati li. Le alici proposte in ogni modo, anche con la frutta, scioglievano gli animi più inquieti. Quando hanno capito che l’unicità di quelle cose, conquistava il cuore di chi le assaggiava, sono diventati pionieri, ambasciatori di un fenomeno che era prima culturale, perchè raccontava le tradizioni, le origini, di Cetara: cosi è nata Acquapazza gourmet. Il lavoro è stato lungo, passato dalla certificazione dei processi di conservazione, i protocolli di trasformazione, fino ad un’affinamento controllato. E’ stato cosi grande il lavoro di promozione sulla colatura e sulle alici, che oggi Cetara è diventata una tappa gastronomica obbligata per gli appassionati di tutto il mondo. Portatori sani di allegria. Dove trovi Gennaro e Gennaro c’è una festa, rappresentano a pieno il sole, il mare e la filosofia Cetarese, con tempi più dilatati, più lenti, perché il piacere non va consumato di fretta. Se non sono in tv, o in giro per fiere ed eventi, li trovi sempre li, ad ogni servizio.

L’altra sera ci sono andato con l’amico di sempre, quello che dopo 50 anni di conoscenza “mi sopporta” ancora. Franco “grande, al secolo Pellegrino, io ero quello piccolo (alle elementari). Sobrio, compìto, serioso, impeccabile in ogni circostanza, un professionista affermato, tutto di un pezzo: si è sciolto! Ca Va sans dire…

Tenuta San Francesco - Per Eva
Acquapazza
Acquapazza
Acquapazza
Acquapazza
Acquapazza
Acquapazza
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