Il tempo ha due unità di misura, una frenetica, inarrestabile, scandita dalle ore che passano, generatrice di ansie, di stress.
L’altra, più armonica, più “lenta”, protesa al consolidamento ed il perfezionamento di tutte le fasi, che tende al benessere per predisporre al piacere. Ho seguito, a volte defilato, altre meno, la nascita del progetto “le radici experience”. L’idea della proprietà, la Famiglia Adinolfi, di investire sulla qualità, di porre al centro dell’offerta il comfort, in una struttura alberghiera già dotata, peraltro, di un ristorante eccellente;
Il desiderio dello chef, Matteo Sangiovanni, di presentare una proposta di fine dining territoriale, dove luogo e materia prima, parlassero lo stesso dialetto; la scelta dei materiali e degli elementi di arredo del designer, Diego Granese; Un team, una squadra, che senza fretta, con le dovute ed attente riflessioni, ha messo in piedi un progetto al di sopra di ogni aspettativa.
Le Radici Experience è un upgrade del ristorante Radici, è un progetto sostenibile, non un semplice esercizio di stile.
Attinge il vegetale da un orto di proprietà, le proteine animali da allevamenti estensivi locali, e quando cerca esternamente, seleziona solo prodotti “etici”. Evita sprechi e soprattutto scarti, che trovano addirittura spazio nel menu, come portata di sintesi.
Per adesso (anche se a breve ci saranno novità) punta su due percorsi : terra e mare. Costi sotto la media, per il tipo di offerta. Volontà, esplicita della proprietà, resa praticabile grazie alla perfetta gestione delle risorse umane nelle cucine di entrambi i ristoranti.
Ivan Mendana Fernandez , giovane e preparatissimo sommelier, recente finalsta della competizione Ais , miglior sommelier Campania, con circa mille etichette (non banali) in “due volumi” (uno dedicato all’Italia ed uno alla proposta oltre confine) ha composto una carta dei vini importante, capace di sosteneee le sfide più importanti.
Affidare la gestione della sala e del servizio al maitre Francesco Grimaldi è come dare la palla a Baggio, a segnare ci pensa lui ed ogni gol, è da cineteca.
Aperitivo impegnativo, con amouse bouche che accarezzano parte dei territori del racconto
“Gambero, Gambero, Gambero”:
Tre consistenze, tre tecniche, tre abbinamenti con una proteina di altissima qualità
Tortelli battuto di scampi, mela annurca e limePiatto sicuro, fresco, leggero.
Piatto che dà l’opportunità alla sala di mostrare le proprie competenze. Bel sintomo di coesione di gioco di squadra.
Ricciola dalla testa alla coda
Esercizio di stile. Tutta la formazione in un piatto. Conoscenza, tecnica, etica.
Triglia pomodoro, crema aglio, cime di rapa e capperi.
La versatilità della triglia in cucina è fantastica. La versione di Matteo Sangiovanni è piacevolmente rustica, con le stesse sensazioni che potreste provare in una casa qualsiasi della costiera Cilentana.
Applausi, applausi, a tutti. Una bella e piacevolissima cena.
