Lucera sarà la città pugliese candidata a capitale della cultura 2026

0
587
Jhonny Iannantuono

La posizione strategica, ha fatto si che tutti i popoli che hanno dominato queste aree, la scegliessero come presidio.
Dai Dauni all’impero Romano, Svevi, Normanni, Angioini. Secoli di storia di cui si ha traccia, semplicemente visitandola.
Contesa che non ha escluso l’aspetto religioso, viste le numerose testimonianze Ebraiche, Cristiane Ortodosse e Mussulmane.
Fino al 2026 avremo tempo per imparare molto di più , di questa splendida cittadina, della sua magnifica storia.
Intanto, anche per questioni di competenza, meglio limitarsi ad un aspetto più prosaico: come si mangia a Lucera?
Considerata la qualità degli chef che esporta (vedi Salvatore Pacifico e Marco Zoppicante) non si dovrebbero correre rischi, ma c’è un testimonial, un brand ambassador (non ufficiale) che è garanzia assoluta per conoscenza del territorio: Jhonny Iannantuono.
Trentenne entusiasta, che gira l’Italia per commercializzare vini e “contaminare”, con la cultura Lucerina, chiunque incontri sul suo cammino. Fumantino, cocciuto, intransigente, oltranzista, se si parla del suo territorio, ma buono e generoso come pochi nella quotidianità.
Una rabbia sana, quella di chi non si vuole arrendere all’ignoranza, di chi è pronto ad immolarsi per un ideale. Gira tanto e gli fa male vedere luoghi meno belli del suo che però funzionano bene, meglio. Che offrono opportunità, pur avendo meno risorse. E’ cosi che siamo diventati amici. L’affinità è nel prodigarsi per chi lo merita, senza interessi personali, o quantomeno non prioritari.

Il presidente - Lucera

Focaccia con insalata di polpo e patate

 - Focaccia polpo e patateIl presidente - Lucera

Crudi

Eccoci cosi a Lucera. I posti da vedere sono due. Entrambi meritano attenzione, ma il tempo non è tanto. Dividiamo il pranzo in due parti: aperitivo in uno e conclusione dall’altro. Scelta indovinata, anche se costringe, in un futuro prossimo, a tornare e invertire le parti.
Dopo una breve passeggiata nel cuore del centro storico, arriviamo dal Presidente. Locale bello, elegante, curato in ogni dettaglio.
Archi, volte, tufo, legno: arte. Come su una nave da un boccaporto, si scorge, ad arte, la cantina al piano inferiore. L’accoglienza è ospitale, calorosa. Massimo Ferosi, patron del ristorante è marinaio di lungo corso. Conosce ogni aspetto di questo mestiere, gioie e dolori.
Prodiga passione e fatica, amore e sofferenza. In posti cosi, non si rimane mai delusi. Sei certo che nulla venga lasciato al caso; ogni cosa ha un senso, una motivazione. Inizia a raccontarci il progetto, gli obiettivi futuri. Non c’è solo il territorio, ma il territorio ci deve essere sempre: se non è nel piatto è nel bicchiere. Qui il metodo classico non ha approssimazione. Ci sono cantine che da oltre mezzo secolo lo producono. Apre una Brut Nature di Alberto Longo. La cantina è a Lucera. Fresca, agrumata, sapida ma non sferzante, anzi. Accompagna, agevola, sia il crudo che il battuto di gamberi, sia il tartufo che l’ostrica. La nota leggera di crosta di pane, anticipa il fragrante della focaccia con polpo e patate. Questo si che è un grande aperitivo. Diventa obbligo tornare, per completare l’esperienza.

Lucera

Pochi passi e si arriva al secondo indirizzo. Sono da poco passate le 13. In strada un silenzio che ricorda quanto siano forti e simili le abitudini sotto il 42° parallelo: il pranzo della domenica è casa, famiglia.
Qui ci è già passata la Michelin, è un Bib Gourmand, rapporto qualità/prezzo. Una famiglia impegnata da decenni nella ristorazione.
Da qualche anno il testimone è passato alla nuova generazione, ma l’aiuto del papà è sempre presente, anche se defilato.
Mirko Esposito, ha frequentato cucine di ristorante da sempre. Dopo i primi anni con il padre, a girato tanto. All’estero, al nord, ma di sicuro la più significativa è stata la permanenza al fianco di Angelo Sabatelli, riferimento indiscusso della cucina Italiana. Ha acquisito tecnica e maturato esperienza, ma alla fine è tornato alla base, perché è nella propria terra che si deve provare a fare bene.

Coquus - Lucera

La cucina di Mirko è estremamente leggibile e diretta. Tanta tradizione ma con sguardo contemporaneo: è giovane, consapevole di cosa vogliono i coetanei. Spoglia gli eccessi, i grassi inutili, a favore di una leggerezza più godibile, senza intaccare il gusto. Evocativa l’entrèe. Profuma d’inverno. Impeccabile la cottura del merluzzo: scioglievole al palato e perfettamente integrato dalla scarola; crema di olive e patate accompagnano morbidamente il boccone. Orecchietta classica senza eccessive lodi, che invece vanno riservate per l’Arancino di brasato di Agnello e cicoria ripassata. Qui, una nostra commensale, ha abusato in maniera imbarazzante, del fondo bruno e della Bernese, chiedendone un bric da asporto. Molto apprezzabile e ben riuscita la divagazione orientale del Ramen con un tagliolino bello spesso, al burro di ostrica. Godereccio il brodo di Licheni con funghi Cardoncelli e rucola selvatica. Mirko ci sa fare. Ha talento. La paura è che non si sieda.
Certe gratificazioni possono portano alcuni a rilassarsi, altri a spingere ancora di più. Avrei piacere, soprattutto per Lucera che fosse valida la seconda. Sarebbe altro valore aggiunto alla candidatura del 2026.

Coquus - Lucera

Entrèe: purea di zucca arrosto, latte di bufala, olio allo sponsale e crostini

Coquus - Lucera

Merluzzo, scarola, patate e olive

Coquus - Lucera

Orecchiette rucola e pomodorini

Coquus - Lucera

Arancino di brasato di Agnello, spuma di salsa bernese e cicoria ripassata e fondo bruno

Coquus - Lucera

Ramen Pugliese: Brodo di Licheni e funghi Cardoncelli, tagliolini al burro d’ostrica e rucola selvatica

Coquus - Lucera

Dessert: Mousse al Limone

Coquus
Via Luigi Blanch, 19/21
71036 Lucera FG
320 284 6950
chiuso il martedì

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here