Nato da una costola di 50 top pizza, guida di riferimento per il mondo della pizza, alla stregua della “rossa” e con la stessa considerazione mondiale, il format legato alla cucina, anno dopo anno sta acquisendo la stessa autorevolezza.
L’immediatezza del lavoro online, la divisione per categorie di appartenenza, la rende decisamente più leggibile, ma soprattutto è la capacità di accogliere, di unire, che le garantisce un futuro roseo.
Magari è mancata un po si suspence, perché tutte le categorie, eccezion fatta per la cucina italiana nel mondo, sono state spoilerate sui social, ma non è certo un elemento negativo. Meno stress, meno ansia. Partecipare all’evento finale diventa una gioia a prescindere; un momento in cui gli chef, provenienti da tutte le latitudini, hanno un momento per loro, per incontrarsi, salutarsi, passare insieme un po di tempo. In un mondo in cui la competizione spesso imbruttisce, rilassarsi e vivere con leggerezza qualche ora, nello splendido scenario di una Milano addobbata a festa, è un vero privilegio.
Il merito va al mattatore sul palco, Federico Quaranta, ormai immagine simbolo di 50top ed ai curatori, Barbara Guerra, Albert Sapere e Luciano Pignataro, che negli ultimi hanno hanno rivitalizzato ma soprattutto stravolto le logiche di guide stanche, vetuste, autocelebrative, che premiavano i soliti noti, senza lasciare spazio a troppe novità tutte insieme.
Per la cronaca, la migliore cucina Italiana nel mondo è quella di Oliver Piras, enfant prodigio di qualche anno fa, che al Carpaccio di Parigi, ha ormai consacrato la sua bravura.
A questo link tutte le classifiche https://www.50topitaly.it/it/
Vanno fatti i complimenti anche a chi, da dietro le quinte, gestisce e coordina tutte le attività: Bruna Sapere e Laura Guerra, due per nomi in rappresentanza di tutta la squadra. Il livello di professionalità raggiunto è un esempio virtuoso a cui fare riferimento. Il party finale di tutte le classifiche è diventato l’evento gastronomico “mondano” più cool delle città che le ospitano. Rifacendoci alla lezione sul tempo di Luciano De Crescenzo, “se il passato non si può modificare e il futuro non ci appartiene di diritto, ciò che esiste davvero è il presente”. In questo presente, in questo momento, visto il livello di partecipazione, chef giunti da ogni angolo del pianeta, c’è solo da rendere merito a 50 top Italy.
Non tutti vanno al massimo, non tutti vanno in Messico.